giovedì 14 maggio 2009

Un'altra domandina: chi paga le bollette?

Domande e Risposte


Un’altra domandina…

…una di quelle di Pierino. Sapete, no, chi è Pierino? E’ la figura del bambino sempliciotto per definizione, quello che dice le cose più sciocche, fa le figure più brutte, ecc. E così, magari, Pierino potrebbe chiedere, sempre per restare nelle domande a chi andrà ad amministrare il nostro comune: “ma che è che paga le bollette?”. Voglio dire: le bollette della luce, che è che le paga? E quali bollette si pagano? Immagino la risposta: quelle degli edifici comunali e quelle della pubblica illuminazione. Giusto? Faccio finta che sia giusto, e mi chiedo: quanto cosa l’illuminazione pubblica? Tanto? Poco? Magari ci saranno delle leggi nazionali che lo impongono, ma chiedo: è proprio necessario che resti accesa tutta la notte l’illuminazione lungo le strade? E come sono i lampioni? E’ stato fatto un calcolo delle spese che comporterebbe un passaggio all’illuminazione cosiddetta “a led”, ovvero a basso consumo? Sono le domande della suocera, quella che sta lì a guardare l’euro risparmiato e forse è meschino da parte mia, ma penso che ci siano tanti e tali motivi che giustifichino una riduzione dei consumi energetici, che varrebbe la pena davvero sacrificare qualcosa in altri settori. Penso che ci siano ambiti che potremmo definire “voluttuari” dove si potrebbe anche perdonare ai futuri amministratori se non ci promettessero cose spendendo una certa quantità di euro. Non vi pare? Non sto lì ad esemplificare, fate voi, ma non pensate alla cultura, quello è un bene primario per un popolo, anche per un comune che voglia essere grande davvero. Piuttosto varrebbe la pena investire in un’ottimizzazione energetica degli edifici comunali e nella pubblica illuminazione, ma non modificando i lampioni di una via, bensì prendendo di petto la questione. Per quello che ne so, ci sono aziende che si accollano la modifica degli impianti, l’ente proprietario dell’impianto continua a pagare la “bolletta come prima e la differenza va a compensare il lavoro, per cui nell’arco di qualche anno si è pagato il rinnovo dell’impianto e si inizia a risparmiare davvero senza aver avuto aumenti di spesa, cosa particolarmente difficoltosa per i comuni che sono legati al cosiddetto “patto di stabilità”. La difficoltà è quella di…decidere di farlo, di intraprendere un lavoro in tal senso, credendo che una riduzione dei bisogni più essere una grande idea, anzi, che una “decrescita generale del sistema economico” può essere una grande idea, se solo avessi a cuore (per ampliare un po’ il discorso) non tanto “l’avere”, ma la “qualità della vita”. Socrate andava di tanto in tanto al mercato per vedere quanto fosse grande il numero delle cose di cui non aveva bisogno. Senza essere Socrate, chi ha un po’ di rispetto per la sua intelligenza e vuole contribuire a fermare la crescita tumorale del prodotto interno lordo non può che proporsi di “comprare niente” come stile di vita. Nel modello culturale della “decrescita” la sobrietà è uno dei valori fondanti, che non a caso il sistema culturale della crescita ha ridicolizzato, riducendola a taccagneria, e come tale a fenomeno buono per i poveri, ma non appetibile per chi vuol essere e dirsi “avanzato”. La sobrietà non è solo uno stile di vita, ma anche una guida per orientare la ricerca scientifica e le innovazioni tecnologiche a ottenere di più con meno. E’la capacità di saper distinguere il più dal meglio, la quantità dalla qualità. La costruzione di edifici in grado di assicurare il benessere col minimo consumo di risorse.

Don Romano



Don Romano,

questa volta la risposta è più breve, più semplice e più facile.

Più breve perché per risponderti ti rimando al nostro programma elettorale che puoi trovare sul blog

http://vivere-cervarese.blogspot.com.

Più semplice perché alla domanda se vale la pena passare ad un’illuminazione con i LED noi rispondiamo di sì, tanto è vero che l’abbiamo inserita nel nostro programma, pensando di poterla realizzare completamente nell’arco dei cinque anni del prossimo mandato amministrativo. Abbiamo ben presente l’esperienza di Torraca, nel Cilento (vedi National Geographic Italia - settembre 2008).

Oltre a questo pensiamo che il Comune debba dare il buon esempio ristrutturando la sede municipale per renderlo un edificio ad “emissione zero” con l’installazione, tra l’altro, di un impianto fotovoltaico.

Per quanto riguarda i finanziamenti, al di là dei vincoli imposti dall’attuale Patto di Stabilità (che se non verrà modificato provocherà la paralisi degli investimenti in tutti i Comuni), riteniamo si possa tranquillamente utilizzare lo strumento della “cessione del credito” utilizzando la tariffa incentivante erogata dal Ministero dell’Economia tramite il GSE (Gestore Servizi Elettrici).

Per i LED invece intendiamo utilizzare il Finanziamento Tramite Terzi (FTT) che comprende la fornitura, diagnosi, installazione e finanziamento di impianti tecnologici da parte di una società terza (ESCO – Energy Saving Company). Per ulteriori dettagli ti rimando al sito del Polo Tecnologico per l’Energia: http://nuke.poloenergia.com

Più facile perché l’asse portante del nostro programma è proprio lo sviluppo sostenibile.

Queste due parole messe assieme sono sicuramente “impegnative” per un amministratore e si possono prestare anche a varie interpretazioni; a me piace ricordare la definizione ho trovato tanti anni fa in un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore:

“Lo sviluppo che soddisfa al massimo il desiderio di benessere della generazione attuale, senza pregiudicare il benessere delle generazioni future, attraverso lo sfruttamento eccessivo delle risorse ambientali e naturali”.

(La sfida dello sviluppo sostenibile – Domenico Siniscalco – Il Sole 24 Ore Duemila - 20.10.1999)

Dal mio punto di vista, penso che sia una definizione assolutamente condivisibile soprattutto perché parla di “benessere” e non solo di “avere” e perché impegna le generazioni attuali (noi) rispetto a quelle future (i nostri figli).

Il difficile è declinare queste parole nell’azione amministrative di un Comune, noi abbiamo cercato di farlo con il nostro programma.

Ciao

Giovanni Ceron

P.S.: nel 2000 (nove anni fa !) in sede di revisione dello Statuto Comunale abbiamo cercato di far inserire anche il concetto di “sviluppo sostenibile”. L’emendamento ovviamente ci è stato bocciato dalla maggioranza, con una motivazione da far cadere le braccia…



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