domenica 17 maggio 2009

Proviamo a volare più alto…

Domande e Risposte



Già, perché non vorrei che qui, pensando all’amministrazione di un comune, ci si accontentasse di pagare le bollette. Bisogna andare molto oltre, lì dove si pensano le cose serie e vere. Le cose serie e vere appartengono per esempio agli ambiti dell’edilizia, a proposito dei quali in giro per le strade si mormora tanto per i grandi interessi che si muovono attorno al mattone e alle logiche con cui si concedono o no le autorizzazioni, ma anche per la necessità di pensar bene e come ci si spende il territorio, perché certe scelte non sono indolori, mai. Le cose serie e vere appartengono per esempio all’ambito del cosiddetto “sociale”, ovvero di quelle attenzioni che un’amministrazione deve avere per i meno abbienti, per i poveri, e in questi periodi è un ambito importante, credo. Ora la domanda, la terza della serie potrebbe suonare così: Come si pensano gli interventi nel sociale? Mi viene in mente una parola che adesso rappresenta il cumulo di tutti gli errori che si potrebbero commettere nel campo del sociale: “assistenzialismo”. Non si deve concepire l’intervento a favore dei più poveri secondo logiche “assistenzialistiche”, e questo viene detto a tutti i livelli, dal comune alle organizzazioni mondiali per l’aiuto ai paesi in via di sviluppo (diciamo così…ironicamente). Ora io ricordo che una volta, quando c’erano poveri veri nei nostri paesi, c’era un ente che prevedeva l’aiuto concreto, quello che permette di mettere insieme almeno un pranzo, se non proprio pranzo e cena, si chiamava “ECA”, e la sigla significava “Ente Comunale di Assistenza”. Poi, nel dire comune, si è aggiunto un “ismo” e l’assistenza è diventata una malattia dell’amministrazione della cosa pubblica. Al di là di tutte le valutazioni storiche che hanno portato ad aggiungere l’ismo all’assistenza , e ci sono, mi chiedo con quale logica si affrontano le situazioni di bisogno, se c’è in noi, prima che in chi amministra, che poi siamo ancora noi, per delega/voto, un pensiero per questo tipo di problematiche. Voglio dire che si può pensare di aiutare chi è in difficoltà in più modi (non dico “molti”, perché non so se sarebbe vero): andando loro incontro con interventi diretti, che sollevano l’impegno di pagare i debiti, le bollette (ancora loro), la spesa corrente, gli affitti. Oppure si può pensare di prestare loro servizi. Cioè? Il pasto caldo? Bene! E poi? E’ assistenzialismo questo? Oppure si può pensare di dar loro l’opportunità di guadagnarsi qualcosa anche se non sono in grado di svolgere un lavoro regolarmente retribuito. Ma come? Di certo c’è che dietro la problematica del “sociale” la riflessione va fatta, e deve essere seria e profonda, per decidere (ad esempio) se i poveri vanno aiutati o no, se sono persone sfortunate o solo (come dice qualcuno che probabilmente non ha mai provato sulla pelle l’esperienza della fatica, della debolezza, della malattia o del fallimento) dei fannulloni che non han voglia di lavorare. E quando abbiamo deciso cosa sono i “poveri”, e ci siamo accorti che sono persone con i loro difetti, che ne hanno magari qualcuno in più di altri (che so: bevono troppo, si giocano un po’ dei pochi soldi che hanno al mese al “gratta e vinci” o al lotto, si dimenticano le cose da fare, ecc), cosa facciamo? Facciamo assistenza pura, o siamo capaci di inventarci forme di impiego perché possono fare qualcosa per il comune e così guadagnarsi, con un minimo di dignità quel pezzo di pane che mangiamo? Magari non ci sono leggi che lo permettono, ma forse sì, con un po’ di fantasia e coraggio si riesce a fare anche questo. Ci sarebbero tante piccole cose da fare in un territorio, e farebbero sentire meno inutili certe persone… C’è una logica diversa, insomma, per il sociale?

Don Romano.


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Don Romano,

cercherò di rispondere al tuo editoriale di questa settimana “Proviamo a volare più alto…” evitando di cadere e farmi male…!!!


Per fare questo parlerò del “sociale” solo per quanto riguarda il sostegno economico alle persone e alle famiglie in difficoltà lasciando da parte tutto il resto (anziani, sostegno educativo ai minori, problemi giovanili, ecc…).


Non perché il resto non sia importante ma perché “il sostegno ai poveri” mi pare il punto centrale della tua riflessione.


Anche in questo caso devo dire che non mi manca l’esperienza visto che dal settembre 1997 al giugno 1999 ho ricoperto la carica proprio di Assessore ai Servizi Sociali e Scolastici nel Comune di Cervarese.


Un tempo molto breve da un punto di vista amministrativo (in poco più di un anno e mezzo riesci a capire come funziona un ente locale e poco più…) ma abbastanza proficuo per i risultati raggiunti; vorrei ricordarne solo due per me fondamentali perché sono rimasti e hanno inciso profondamente nella vita del nostro Comune:


- l’approvazione della prima convenzione con le Scuole dell’Infanzia parrocchiali (firmata il 14.05.1998);

- l’assunzione a tempo pieno, a partire dal gennaio 1999, dell’assistente sociale (delibera di Consiglio Comunale del 13.08.1998).


Dopo aver ricordato il passato (ma che è ancora il nostro presente…) parliamo del futuro.


La lista della quale faccio parte e che candida LORIS ROSSETTO a Sindaco di Cervarese S.Croce propone nel proprio programma elettorale due punti assolutamente innovativi nel campo del “sociale”:

- per prima cosa, poiché riteniamo le politiche sociali assolutamente centrali e prioritarie all’interno dell’azione amministrativa del nostro Comune, la delega ai Servizi Sociali sarà gestita direttamente dal Sindaco (una netta inversione di tendenza rispetto al passato se pensiamo che fino ad oggi il Sindaco aveva la delega all’urbanistica…)

- prevediamo di rivedere completamente il meccanismo attraverso il quale vengono concessi i contributi economici alle persone e alle famiglie in stato di disagio economico.


Per essere più chiaro riporto la parte del nostro programma che tratta questo tema:

“E’ necessario abolire la Commissione Comunale degli Interventi Sociali (per problemi legati alla “privacy”). Verrà sostituita dall’Ufficio Servizi Sociali, il quale opererà in base ad un nuovo Regolamento dei Contributi Economici che permetterà di lavorare bene e velocemente.

Il nuovo regolamento dovrà prevedere fondamentalmente tre forme di sostegno:

- il sostegno “episodico” (tempestivo e limitato nel tempo)

- il sostegno “continuativo” (con la previsione di utilizzare altri servizi sociali come ad esempio il servizio domiciliare) per il quale verrà valutata la possibilità di introdurre un “reddito minimo garantito” definito in base all’ISEE, alla situazione famigliare e alla propensione per la ricerca di un lavoro

- il sostegno al reddito per chi perde il posto di lavoro o va in cassa integrazione/mobilità

Per un principio di giustizia sociale ci impegneremo affinché le dichiarazioni ISEE prodotte siano effettivamente controllate secondo i criteri definiti dall’attuale regolamento di controllo sulle autocertificazioni

Rafforzeremo il servizio di Assistenza Domiciliare raddoppiando, nell’arco dei cinque anni di amministrazione, i fondi attualmente disponibili e di conseguenza il numero di ore del servizio.”


Impegni ben precisi che nascono però dalla consapevolezza di migliorare la situazione attuale:

- dobbiamo accelerare e semplificare le procedure per non far attendere per settimane le persone e le famiglie che si trovano in difficoltà;

- dobbiamo prevedere criteri il più possibile oggettivi per dare a tutti “eguale libertà” nel richiedere il sostegno economico al Comune, senza che questo dipenda da valutazioni soggettive dei membri della Commissione Interventi Sociali o dell’Assessore e della Giunta di turno;

- dobbiamo tenere conto di situazioni che sono diverse tra loro: una cosa è la difficoltà temporanea, occasionale, nella quale può trovarsi una famiglia, un’altra cosa invece è una situazione duratura di difficoltà economica.


Per quanto riguarda quest’ultimo punto volevo segnalare una novità che noi proponiamo e valuteremo attentamente: la possibilità di introdurre un “reddito minimo garantito” a livello comunale. Non vogliamo certo sostituirci allo Stato (non ne abbiamo i mezzi finanziari !!!) ma vogliamo studiare alcune esperienze fatte in Europa (penso ad esempio al RSA – Revenu de Solidarietà Active francese) e alcune proposte avanzate in Italia (vedi il sito http://www.lavoce.info/) per strutturare un sostegno continuativo che tenga conto:

- dell’intero nucleo famigliare (presenza di bambini, di anziani, persone disabili, ecc..)

- della situazione economica/patrimoniale, tramite l’ISEE

- di altri contributi ricevuti da enti pubblici

- della situazione lavorativa e della propensione a cercarsi un lavoro


A questo punto ti chiederai: ma dove trovate le risorse per fare questo ?


Le risorse riguardano il tempo, il personale e il denaro:

ci proponiamo di “liberare” il personale dal tempo occupato a gestire le pratiche burocratiche in due modi:


  1. rivedendo completamente, aggiornando e semplificando tutti i regolamenti comunali, togliendo tutti i passaggi inutili e costosi;
  2. proponendo uno “studio di fattibilità” coinvolgendo i Comuni contermini (Rovolon, Saccolongo e Teolo, soprattutto) per la creazione di un’Unione di servizi” L’obiettivo sarà duplice:

- l’accorpamento di tutte le funzioni “interne” (gestione dei bandi, selezione del personale, consulenze con enti esterni, ecc…)

- la definizione di regolamenti uguali per tutti i Comuni coinvolti.


Per quanto riguarda i mezzi finanziari sarà necessario attuare una rigorosa politica di bilancio, quella che abbiamo cercato di fare negli ultimi tempi dai banchi dell’opposizione in Consiglio Comunale. Cito solo tre episodi:

- nel Bilancio di Previsione per il 2009 grazie ad un nostro emendamento sono stati recuperati 10.000 € (su un totale di 25.000 €) proprio nel capitolo del sostegno alle famiglie bisognose che l’attuale maggioranza aveva bloccato per rispettare il Patto di Stabilità. Noi ci siamo rivisti tutti i capitoli di spesa uno ad uno e abbiamo proposto altre spese da bloccare, la maggioranza ha fatto una controproposta che noi abbiamo accettato e alla fine l’obiettivo è stato raggiunto.

- sempre nell’ultimo Bilancio di Previsione per sbloccare i contributi all’Istituto Comprensivo abbiamo proposto di bloccare parte delle indennità del Sindaco, degli assessori e dei consiglieri; l’emendamento è stato accettato.

- durante l’approvazione del Conto Consuntivo 2008 abbiamo segnalato alla maggioranza la presenza tra i residui passivi (leggi “soldi da spendere”) di circa 24.500 € derivanti da contributi regionali per la legge 28/91 che il Comune può utilizzare liberamente e “dimenticati” da circa due anni….


So di essere stato lungo e magari anche un po’ troppo “tecnico” ma ritengo che nell’attuale stato di crisi economica e sociale per attuare una seria politica “sociale” un’Amministrazione Comunale debba obbligatoriamente adottare una linea rigorosa nella predisposizione del bilancio e studiare strumenti di sostegno nuovi e più equi.

Ciao.

Giovanni Ceron

P.S.: è vero che l’E.C.A. (Ente Comunale di Assistenza) non esiste più, ma forse pochi sanno che è rimasta in vita la tassa con la quale veniva finanziato. Questa tassa la paghiamo ogni anno con la Tassa Asporto Rifiuti (arrivata nei giorni scorsi nelle nostre case). La voce “8883 – Ex addizionale erariale” che corrisponde al 10% della TARSU è proprio l’ECA. La mia famiglia nel 2009 pagherà 21,36 €. Con questi soldi il Comune finanzia le attività per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Curioso vero ?

(vedi al link http://www.casa24.ilsole24ore.com/norme-fisco/esperto/2008/07/22/151737.php?uuid=5fa98b50-578a-11dd-a60e-1121dd1b4511&DocRulesView=Libero)




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